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Mancosu: “Cagliari, ci vediamo presto. Volevo andare in A a tutti i costi”

L’ex rossoblù parla a 360° sulla stagione appena passata e sulla promozione in Serie A con il Lecce.

L’aveva accarezzata col Cagliari, giocando solo qualche partita. Ora a 30 anni, l’ex centrocampista del Cagliari, Marco Mancosu, sbarca con il “suo” Lecce in Serie A, di cui è capitano, con un grande campionato sia a livello personale che di squadra. Il giocatore sardo ha rilasciato una intervista a L’Unione Sarda per parlare della promozione in massima serie dei giallorossi.

“Sognavo tanto la Serie B – esordisce il numero 8 –  un campionato dove non riuscivo a tornare. La A è qualcosa di inaspettato, diventato un obiettivo partita dopo partita. Il record di 13 gol? Tantissimi, al Verona è quello a cui son più legato: a coronamento di una partita perfetta. Lì ho capito che era il momento del grande salto”. 

E a gennaio c’era stata una chiamata dal Cagliari: Io volevo andare in Serie A, a tutti i costi, dovevo provarci, ma dovevo capire come. Da protagonista con la maglia del Lecce o da gregario a Cagliari, posto in cui sono nato, ma dove non mi conosce nessuno. Come mi ero sudato la B, dovevo sudarmi anche la A. E allora ho deciso di continuare con il Lecce, una squadra con la quale ci siamo scambiati l’anima. Lecce, dopo la mia famiglia, mi ha dato tutto, mi ha riportato in una A dove pensavo di non poter tornare”.

E due giorni nel giorno della promozione non poteva mancare la bandiera dei quattro mori per festeggiare: La Sardegna è una nazione, anche Abe festeggiava con la bandiera uruguaiana. A Lecce siamo visti come Sardi, piuttosto che come calciatori. Per me è un orgoglio, non dimentico da dove vengo. La Sardegna è come la mamma, Lecce come la moglie, amo entrambe”. 

E oltre a lui tra gli artefici della promozione c’è anche l’altro sardo, Mauro Vigorito: “Siamo amici veri. Mauro è un portiere da A. E per tutto l’anno pensavamo all’emozione di ritrovare il Cagliari, anche se da avversari.

Quando faranno il calendario la prima partita che cercherò sarà quella col Cagliari – prosegue Mancosu -; da Cagliari sono andato via presto, senza avere mai l’occasione di essere protagonista. Ora potrò sfidarla da uomo. Ho vissuto di stimoli questa stagione. Quello di giocare a San Siro, di incontrare Ronaldo e sopratutto quello di ritrovare i rossoblù. Anche così abbiamo fatto il miracolo.”.

E quando arriverà il giorno di Cagliari-Lecce: Sarà una emozione unica, che mi segnerà. Ma nessuna rivalsa, sarà come dimostrare a tuo padre di essere cresciuto. La fascia di capitano? Una responsabilità in più. E’ un orgoglio, la gente mi vuole bene. Abbiamo un legame fortissimo, con i leccesi c’è un affetto reciproco”.

Dedico la A a mia moglie Valeria e mia figlia Gioia. Loro ci sono sempre state, dai campi del paese più sperduto della Sicilia fino a Verona. Le ringrazierò sempre, non potevo avere compagne di viaggio migliori”, conclude Mancosu.

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