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Chievo-Cagliari: non come l’ultima volta

L’ultima volta al Bentegodi col Chievo i rossoblù compirono l’ennesima miracolosa resurrezione. Maran deve lavorare sulla testa dei giocatori e spezzare finalmente la maledizione del Cagliari contro le squadre in difficoltà

GIALLOBLÙ A SECCO. Il Chievo non vince da nove partite. Dal successo per 1-0 col Frosinone del lontano 29 dicembre. E basterebbe questo, forse, a impaurire i tifosi del Cagliari, fin troppo abituati a vedere i rossoblù artefici dell’altrui resurrezione. Solo quest’anno è successo con Udinese, Sassuolo e Bologna, nell’ultima occasione poche settimane fa: dati allarmanti che sottolineano la tendenza del Cagliari ad arrendersi quando gli avversari sono più motivati.

LAVORARE SULLA TESTA. E allora forse è lì che Maran deve lavorare. Sulla testa, oltre che sulle gambe e sulla tattica. Se finalmente cambiassero le abitudini del Cagliari, abbandonando il destino segnato dei rossoblù – quello di regalare una gioia alle squadre che ultimamente ne hanno avute poche -, per il tifoso sarebbe un allenatore da Walk of Fame rossoblù.

UN ANNO FA. L’ultima volta in trasferta contro gli scaligeri (febbraio 2018), ricorda in effetti molto da vicino la situazione attuale. Undici gare senza i tre punti per i veronesi, che raccolsero finalmente un successo proprio col Cagliari. Giaccherini e Inglese regalarono la vittoria al Chievo, con Pavoletti autore di un bellissimo ma inutile gol della bandiera, che servì solo a riaccendere per una decina di minuti le speranze rossoblù. Ma fu soprattutto un Cagliari senza fame, senza voglia e senza gioco a far infuriare tifosi e ambiente. Una sconfitta che diede anche il là al funesto cammino del Cagliari nella prima metà del 2018, fermatosi – a parte qualche sporadico sorriso – solo a due gare dal termine del campionato.

SQUADRE DIVERSE. Un’altra gara, certo. Basta vedere le due squadre in campo, con i veneti che schieravano – oltre al bomber Inglese ora al Parma – tre che in effetti rappresentavano gli uomini migliori, ma che ora vestono proprio la maglia rossoblù: Cacciatore, Birsa e Castro. Il Cagliari – Dessena, Castán, Andreolli, Sau e Han a parte – era pressoché lo stesso di quest’anno, con João Pedro e Pavoletti a gestire il reparto avanzato.

PANCHINE DIVERSE. Ma ciò che può cambiare la situazione sono proprio le panchine: su quella del Chievo sedeva Maran, che sabato dovrà concentrarsi per ricordarsi di dirigersi verso quella rossoblù; López (che guidava i sardi) è ormai un lontano ricordo. Di Carlo invece, pur avendo rivitalizzato i gialloblù nelle ultime settimane, pare non poter evitare l’ineluttabile retrocessione degli scaligeri, dovuta anche allo scarso materiale tecnico a disposizione.

DIRE ADDIO ALLE RESURREZIONI. Qualcosa è cambiato, tanto altro è rimasto tale e quale. Basteranno le carte in tavola sparigliate a cambiare anche l’esito finale della contesa? I tifosi rossoblù lo sperano. Sarebbe ora di dire basta alle sconfitte con zero gioco. Soprattutto se impreviste, le più irritanti e le più cocenti.

LE PAROLE DI CACCIATORE.Conosco bene l’ambiente, sono sicuro che il Chievo andrà in campo battagliero e deciso e vincere. Dovremo andare in campo per giocare una grande partita, così come è successo contro la Fiorentina e l’Inter, e portare a casa un risultato positivo” ha dichiarato pochi giorni fa anche lo stesso Cacciatore, ex di turno. Perché dopo gli successi casalinghi, una sconfitta contro l’ultima in classifica sarebbe davvero disarmante.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE. Il Chievo di Di Carlo, pur a secco di vittorie, sta dando segni di vita e ultimamente ha messo in difficoltà Fiorentina, Empoli, Milan e Atalanta (raccogliendo anche un punto contro azzurri e bergamaschi). Il Cagliari di Maran invece, dopo aver dimostrato gioco e grinta, deve ora trovare continuità, specie fuori dalle mura amiche dove finora ha raccolto poco.

RITORNI. Non ci sarà Castro, ancora out per il problema al crociato. Dovrebbe esserci invece, oltre a Cacciatore, Valter Birsa, che tornerà in campo proprio contro i clivensi. L’anno scorso – dall’altra parte – fu decisivo con una grande partita. Lo sarà anche quest’anno a parti invertite, spezzando finalmente la maledizione rossoblù?

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