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Ceppitelli: “Voglio restare a Cagliari”

Il racconto personale di Luca Ceppitelli. L’esperienza a Cagliari: “Zeman un maestro. Con López mi sentii di nuovo importante. Ho ripagato la fiducia e ora voglio rimanere. E vi racconto quel gol all’Atalanta…”

PARLA CEPPITELLI. Da Castiglione del Lago a Cagliari ci passa tutta una vita. Quella raccontata da Luca Ceppitelli, dalla famiglia al campo, dall’amore alle passioni personali, passando per le mille battaglie sul campo, ai microfoni di Cuore rossoblù, il magazine della società Cagliari Calcio.

Ecco le sue parole nella terza parte dell’intervista (qui la prima parte; qui la seconda parte).

L’APPRODO A CAGLIARI.Poi arrivò il Cagliari. Il primo anno di Serie A. Esordio contro il Sassuolo e c’era tutta la mia famiglia riunita per l’occasione. Giorno indimenticabile. Eravamo anche una buona squadra, ma con molti esordienti tutti insieme: io, Cragno, Farias, Longo, Cop, Crisetig, Mpoku. Forse troppi. Zeman fu un maestro inflessibile. Gli davamo del lei. Parla poco e trasmette tanto. Mi ha insegnato molto. Anche se fare il centrale con lui non è semplice: ci ripeteva di stare alti. Era durissima, spesso in allenamento la linea di centrocampo e di difesa si trovavano l’una attaccata all’altra. Sensazione strana. Crebbero le aspettative e le responsabilità. E non ce l’abbiamo fatta“.

ZOLA-FESTA-RASTELLI-LÓPEZ.Quando arrivò Zola mi ruppi il polso: un mese fuori. Festa è un uomo fantastico, stra-energico. Una volta un collaboratore tecnico usò il verbo pizzicare. Lui rispose: “Ma che pizzicare, questi bisogna mangiarseli”. In B con Rastelli fu bellissimo anche se avevamo la responsabilità di vincere sempre. Record e vittoria del campionato, ma tutti si aspettavano tanto. In Serie A mi feci male, prima alla mano e poi pubalgia. Vennero fatte altre scelte e le capii. Con López mi sono risentito importante. E credo di essere riuscito a ripagare la fiducia“.

IL GOL SALVEZZA.Contro l’Atalanta non ascoltai le notizie da Crotone. Al 70′ vidi per la prima volta con la coda dell’occhio che scorreva un risultato sul tabellone. Napoli 2, Crotone 0. Un colpo al cuore e una gioia indicibile. Mi ripetevo: “Dio mio, è tutto vero!”. Dopo tutte le pressioni, i ritiri, le discussioni infinite, siamo salvi. Segnare in quel momento fu indimenticabile. Ho visto questa palla di Cigarini perfetta, che cercava proprio me. Ho chiuso gli occhi e ho pensato: “Devo arrivare più in alto”. Quando ho sentito che l’ho colpita ho capito che sarebbe entrata dentro. Ce l’abbiamo fatta, non ce la può togliere nessuno questa salvezza“.

IL MOMENTO.Con Maran c’è grandissima organizzazione e cura del dettaglio. Mi sono persino abituato al drone in allenamento. Forse non dovrei dirlo, abbiamo più volte provato a buttarlo giù ma nulla da fare. Vola troppo in alto. Stessi punti dello scorso anno? Sì ma siamo più soddisfatti, perché giochiamo bene. Anche se abbiamo perso Lucas Castro proprio nel momento in cui ci eravamo trovati. Abbiamo accusato il colpo. Aspettiamo prima di fare bilanci: i risultati contano come l’organizzazione di gioco. E io sono fiducioso. Rinnovo? Se la società è d’accordo immagino qui il mio futuro. Questa squadra può crescere e lottare per obiettivi ambiziosi“.

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