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ESCLUSIVA – Angel Parejo: “Cagliari ottima squadra. João Pedro, che giocatore!”

Breve chiacchierata con l’ex campionessa spagnola di calcio femminile che dopo la fulgida carriera ha deciso di stabilirsi in Sardegna

Ben quattro scudetti, tre coppe Italia, una Supercoppa Italiana, ma soprattutto tanti, tanti goal con la sua maglia numero 11 della Torres Femminile. Al suo fianco mostri sacri come Carolina Morace e Rita Guarino.

Parliamo di María Ángeles Parejo Jiménez, o semplicemente Angel Parejo, che in esclusiva ai nostri microfoni ha parlato della stagione del Cagliari, ed anche dell’evoluzione del calcio femminile in Sardegna:

“Il mio auspicio è che possa crescere e che possa tornare ai livelli di un tempo quando la Torres si giocava lo scudetto senza timori reverenziali. Non a caso è stata anche la prima squadra femminile in Italia a partecipare ad una edizione della Coppa dei Campioni. Sarebbe bello se imprenditori come Tommaso Giulini o Stefano Sardara potessero investire al riguardo”.

Come giudichi la stagione del Cagliari Calcio?

“Molto buona. Ha un ottimo gioco e, per quanto mi riguarda, può ambire a qualcosa in più della semplice salvezza. Ho visto la partita partita che ha giocato contro la Juventus ed è stato capace di mettere in difficoltà i campioni d’Italia. Soprattutto il centrocampo grazie a Castro e Barella ha una marcia in più e la fonte di gioco bianconera ne ha sofferto. Alla fine ha vinto la maggiore esperienza, considerata anche la sfortuna dell’autorete. Da qui al termine del campionato sarà fondamentale vincere con le squadre più deboli a cominciare da sabato contro la Spal”

Chi ti ha impressionato maggiormente?

“Da ex attaccante dico Pavoletti. I risultati del Cagliari passeranno per i suoi goal, ma mi piace tantissimo anche João Pedro, giocatore molto intelligente e dalla grande tecnica. E poi c’è Barella, uno dei pochi sardi in rosa. A mio avviso la società rossoblù dovrebbe maggiormente puntare sulla propria ‘cantera’: lanciare i giovani del vivaio potrebbe rivelarsi un’importante risorsa per il futuro”

Sau e Farias non trovano la via del goal oramai da un anno. Come si sente un attaccante in queste circostanze e come si può uscire da un periodo così negativo?

“L’attaccante vive per il goal. Per quanto mi riguarda devono lavorare sulla loro testa ed evitare di abbattersi. Poi, alla prima occasione utile, cercare di puntare la porta con cattiveria. Un attaccante cattivo non cerca la giocata, ma cerca di trovare la porta da qualsiasi posizione. Potrebbero prendere esempio dal goal dello stesso João Pedro contro la Juventus: non appena ha ricevuto palla, non ha tergiversato ed ha subito cercato il tiro”.

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