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Resoconto mondiale: Francia sul tetto del mondo, delusione Argentina

La squadra di Deschamps a distanza di vent’anni conquista il trofeo battendo una grande Croazia. Germania, Portogallo e Brasile potevano fare di più

Russia 2018 è andata in archivio con il successo della Francia di Didier Deschamps che, dopo Zagalo e Beckenbauer, è la terza persona nella storia delle 21 edizioni del mondiale ad aver conquistato il titolo iridato da giocatore prima e da allenatore poi. Giocherà anche non bene la nazionale transalpina, ma in queste competizioni conta il risultato finale che è stato il massimo ottenibile. Un gruppo plasmato dall’ex Juventus, che ha fatto scelte importanti (come lasciare fuori dai 23 Benzema) che hanno pagato alla grande.

CROAZIA DEGNA RIVALE. Certamente al momento del sorteggio (il primo dicembre scorso) nella mente di giocatori e tecnico Dalic arrivare a giocarsi il 15 luglio il titolo iridato allo stadio Luzhniki di Mosca, era poco più di un sogno. La realtà ha visto accadere questo. Essere vice campioni del mondo per loro in primis, e ovviamente per tutto il popolo, è motivo di grande orgoglio. Il rientro a Zagabria nel pomeriggio è stato bellissimo da vivere e da vedere. Un riscatto sociale e non solo dal punto di vista sportivo e calcistico in particolare, dopo il bruttissimo periodo vissuto della guerra.

Dalic, arrivato in corsa, ha plasmato un gruppo che, dal successo all’esordio sulla Nigeria alla finale di ieri contro la Francia, ha dato segnali importanti di crescita, qualità e esperienza. D’altronde Modric (miglior giocatore del mondiale) Mandzukic, Brozovic e Peresic, non sono secondi a nessuno. Inoltre se non si è un gruppo compatto, non si arriva così lontano, e soprattutto non si elimina l’Inghilterra in semifinale.

ARGENTINA E BRASILE. E’ indubbio che la nazionale sudamericana sia la grande delusione di Russia 2018, ancora più di Spagna e Brasile. Ancora una volta Messi esce dal torneo iridato anticipatamente. Il 4-3 subito agli ottavi dalla Francia, è stato il culmine di un cammino difficile, col CT Sampaoli ieri esonerato dalla Federazione (con tanto di bonus finale di 2 milioni di euro) che i giocatori, in particolare i senatori, non riconoscevano in campo e in allenamento.

Il Brasile di Tite (come il Portogallo con Cristiano Ronaldo)  ha dimostrato che, pur avendo in squadra un giocatore nettamente superiore agli altri, un mondiale non lo vince un solo giocatore, mentre l’Inghilterra di Southgate ha un gruppo giovane che (come il tecnico) può non fare alto che crescere e mirare a qualcosa di importante in Europa e nel mondo. Tra le sorprese anche i padroni di casa della Russia, andati oltre ogni aspettativa eliminando la Spagna e il Giappone.

SPAGNA E GERMANIA. A proposito dei campioni del mondo 2010 la questione Lopetegui ha avuto il suo peso, ma i problemi sono stati anche altri. Hierro (che allenatore non è) si è trovato la patata bollente in mano, ma di più non poteva fare con una nazionale a fine ciclo. Come del resto la Germania. A parole Loew, alla vigilia del campionato, si è detto sicuro che la sua squadra voleva il bis iridato. I fatti sono stati ben altri e così anche l’Italia (fuori da Russia 2018) ha avuto la sua piccola rivincita 52 anni dopo il ko con la Corea del Nord, visto che i teutonici contro gli asiatici del Sud hanno perso 2-0 in pieno recupero, uscendo nella fase a gironi.

DEBALCE AFRICANA IN RUSSIA. NigeriaEgittoTunisiaMarocco e Senegal fuori dagli ottavi di finale, immeritatamente per quanto hanno fatto vedere (soprattutto per i ragazzi di Cissè vittima di un regolamento assolutamente da rivedere), ma pur sempre eliminate. Non accadeva infatti da 32 anni, a Messico 86, che una nazionale africana non si qualificasse alla seconda fase. Un passo indietro che getta alle ortiche i passi in avanti fatti in questi decenni. Addirittura nel 1990 in Italia, il Camerun andò ad un passo dalle semifinale, persa solo ai supplementari dopo una grandissima partita con l’Inghilterra, con i Leoni Indomabili che erano anche stati in vantaggio durante la partita.

Situazione simile per il Senegal nel campionato iridato di Corea-Giappone 2002. Infatti, oltre alla clamorosa vittoria all’esordio contro la Francia campione del mondo, gli africani giunsero alla soglia delle semifinali, battuti solo dalla Turchia. Tempi che oggi sono abbastanza lontani, dove anche la Costa d’Avorio di Drogba avrebbe potuto fare molto meglio di quanto poi realmente accaduto.

 

 

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