Chiuso da Rossi e Graziani l’ex attaccante del Cagliari fu comunque protagonista della vincente spedizione azzurra voluto da Bearzot come uomo spogliatoio
11 luglio 1982, Campione del Mondo in Spagna senza mai giocare. Franco Selvaggi in quel periodo era un giocatore del Cagliari. Infatti, l’attaccante nativo di Pomarico in provincia di Matera classe 1953, era arrivato in rossoblù nel 1979. Collezionò 85 presenze realizzando 28 reti fino al maggio del 1982. Il CT azzurro di allora Enzo Bearzot lo volle tra i convocati, ma lo tenne sempre in panchina. Dopo la magica notte del “Bernabeu” nel 3-1 alla Germania, venne ceduto al Torino dove rimase due stagioni, prima di accordarsi con l’Udinese.
RISERVA MA GRANDE UOMO SPOGLIATOIO. Le cronache di quel periodo fecero più volte notare come nella spedizione vincente in Spagna, Selvaggi fosse assolutamente fondamentale. Infatti era lui l’uomo spogliatoio, capace di fare gruppo, di dialogare con i compagni di squadra. “Il successo ai Mondiali è un momento di condivisione totale e i meriti sono un po’ di tutti – raccontò l’ex attaccante del Cagliari anni oltre 20 anni dopo a Famiglia Cristiana -. In Spagna non giocai neanche un minuto, Bearzot puntava molto sulla squadra base. Però, aveva grande considerazione degli altri giocatori della rosa. A dire il vero speravo di poter disputare qualche spezzone di partita, magari anche pochi secondi della finale”.
“La conquista della Coppa del Mondo mi regalò una gioia immensa. Sensazioni uniche, indescrivibili che ancora oggi mi fanno venire i brividi. Vedere lo stadio di Madrid con tante bandiere tricolori, con i tifosi italiani festanti fu davvero meraviglioso. Noi giocatori – disse sempre a Famiglia Cristiana – ci sentivamo quasi sospesi nell’aria per l’incredibile entusiasmo che si scatenò dopo il triplice fischio dell’arbitro Coelho. Bearzot, uomo straordinario e tecnico fuori dal tempo, mi portò in Spagna perché apprezzava le mie qualità. Tra l’altro avevo giocato tre gare di qualificazione in tandem con Graziani. Poi rientrò Paolo Rossi e ovviamente ebbi meno spazio”.