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Giulini: “Contro la Samp il buio. Ma la Curva Nord è stata fondamentale”

Prima parte dell’intervista al presidente Tommaso Giulini, che rivive la stagione del Cagliari. Il mercato di gennaio, il ds Rossi, Rastelli. Il momento più brutto e il sostegno dei tifosi. Fino alla sofferta salvezza.

Ha appena finito di giocare la Macron Store Cup. Un evento dedicato allo sponsor tecnico rossoblù a cui partecipano rappresentanti di tutte le società griffate dalla casa bolognese. Ora Tommaso Giulini, dopo un mese in apnea, si gode la salvezza. E in un’intervista a L’Unione Sarda (di cui vi proponiamo di seguito la prima parte – qui la seconda), il Presidente parla della stagione del suo Cagliari. I momenti più bui, quelli felici. La contestazione, la sofferenza e la gloria. Ma anche López, Carli e il futuro.

IL BUIO. “Il momento più brutto è stato alla fine del primo tempo a Genova: Sampdoria-Cagliari 3-0. Non si è trattato di un black out mentale. Pisacane e Castán non stavano bene. Ceppitelli lo aveva capito e si è unito al coro. Abbiamo giocato 45 minuti senza tre difensori. La squadra ha perso sicurezza“.

OSTINAZIONE E BUGIE. E SU RASTELLI… “Anche dopo Genova però non ho pensato di sostituire López. Ero convinto che solo lui, con la sua serenità, la sua conoscenza dell’ambiente, potesse portare la barca in salvo. E poi la scossa l’avevamo già data sostituendo il direttore sportivo“. Che a gennaio era intoccabile… “Ogni tanto una piccola bugia può scappare. Non me ne vogliate. Però la mia idea era comunque di cambiare, a fine stagione. Rastelli? Mai pensato di richiamarlo. Anche se siamo rimasti in ottimi rapporti. Mi ha mandato un messaggio anche stamattina“.

MERCATO DI GENNAIO. “Io penso che gli inserimenti fatti fossero quelli di cui la squadra avesse bisogno in quel momento. Prendiamo Castán e Lykogiannis: quest’ultimo guardate quanto è cresciuto, ricorda la storia di Faragò, arrivato a gennaio dello scorso anno“.

TENSIONE. “Dopo Verona ci fu grande tensione. Ma io credo ci sia stato un supporto fondamentale, soprattutto da parte della Nord, nel far capire certe cose alla squadra. Credo che, dopo Verona, averli trovati in aeroporto sia stata una prima presa di coscienza di quanto la piazza potesse essere arrabbiata. E di quanto la Nord in particolare ci può essere d’aiuto in questi momenti. Come lo è stata dopo la gara con la Roma. O venerdì durante l’allenamento alla Sardegna Arena“.

UNITI VERSO L’OBIETTIVO. “Dopo la sconfitta con la Roma è scattato qualcosa. Quasi un patto tifosi-squadra-società. C’è stato un amalgama assoluto. L’ho notato in queste ultime settimane anche nell’ambiente cagliaritano. Anche con voi giornalisti. E i tifosi, poi, ci hanno dato tutto. Il modo in cui la piazza si è unita nell’ultimo mese è stato molto bello. Diverso rispetto all’ultima salvezza, alla promozione in A. Un momento incredibilmente particolare. In tanti mi hanno incoraggiato per strada. Altri invece mi vedono ancora con grande diffidenza, anche se faccio tutto con tanta passione ed entusiasmo che credo di non meritarla, questa diffidenza. Ma il tifoso va sempre rispettato ed è giusto che abbia le sue opinioni. A parte i leoni da tastiera. I “tifosi” tra virgolette, frustrati da tastiera non li considero proprio”.

CONTESTAZIONE.Cori contro di me? Se posso fare io da parafulmine in questi momenti, e il supporto dei tifosi rimane incondizionato, io il parafulmine lo faccio volentieri. So che non mi hanno mai amato, ma io li rispetto. Mai pensato di mollare, anche in caso di retrocessione. Non puoi mollare nella difficoltà. Se un giorno dovessi farlo sarebbe dopo un bel momento. È chiaro che ci sono state situazioni di grande scoramento, quando un presidente si sente solo e ha solo la famiglia al suo fianco. Di momenti così, quest’anno, ce ne sono stati. Come c’erano stati dopo la retrocessione”.

FLUORSID. “Quello che è successo l’estate scorsa nella mia azienda, il modo in cui è successo e le situazioni che si dovranno probabilmente continuare a vivere nei prossimi mesi, hanno lasciato una ferita che non si rimarginerà mai“.

DIFFICOLTÀ.Nella testa di un presidente, quando le cose non vanno, c’è tantissima tensione. Ti attanaglia in certi momenti. Ma non devi darlo a vedere. Devi trasmettere serenità alla squadra e all’ambiente. Sono sicuro che sia io che il mister siamo riusciti a farlo in queste ultime settimane. Il peggior nemico ce l’avevamo dentro. Penso alle due partite a Verona (Hellas e Chievo), al primo tempo con la Samp, pur viziato dalla prestazione della difesa. In queste situazioni devi fare di tutto per scacciare l’avversario che è dentro di te. E in questo il mister credo sia stato fondamentale”.

SOFFERENZA. “Devo dire che alla fine della gara contro l’Atalanta stavo guardando anche la partita di Napoli, con il Crotone che ha segnato nello stesso istante in cui è stato fischiato il rigore. Lo ammetto, ho avuto quell’ultimo momento di tensione. Poi per fortuna è passato. Chiudere così, soffrendo, è bello. Ti dà ancora più entusiasmo per progettare la prossima stagione. E hai anche la lucidità per analizzare gli errori. Ne faremo tesoro“.

 

 

 

 

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