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ESCLUSIVA – Alla scoperta dello storico club Casa Casteddu a Milano e del suo gestore, Roberto Tola

Abbiamo scambiato due chiacchiere con Roberto Tola, titolare del ristorante L’Isola del Tesoro-Casa Casteddu, collocato a Milano. “La salvezza è ancora possibile ma dobbiamo compattarci

Roberto Tola è una persona gioviale. Scherza e si commuove parlando del suo Cagliari. Sono tanti, troppi i ricordi che lo legano alla terra d’origine e alla squadra del cuore. Sardo, classe 1972, Roberto si trasferisce a Milano con la famiglia nel lontano 1988. Il ristorante L’Isola del Tesoro è ormai conosciuto come Casa Casteddu. Il locale, ubicato nel pieno centro del capoluogo lombardo, è diventato un punto di riferimento per i tifosi rossoblù residenti al nord Italia. Qui i sostenitori cagliaritani si radunano per vedere le partite. Il ristorante, inoltre, è spesso teatro di incontri tra addetti ai lavori del mondo del calcio.

Roberto, entrando nel tuo locale si percepisce che hai la Sardegna nel sangue…
Sono nato a Cagliari, mia madre è di Sarroch e mio padre è di Nuragus. Ho la Sardegna nel cuore. Sono riuscito ad unire lavoro e passione. Il ristorante è impreziosito da cimeli legati alla storia rossoblù. Ho anche contribuito ad allestire il museo della Sardegna Arena. Per aver valorizzato la cultura sarda sono stato premiato dal Gremio dei Sardi a Roma

L’Isola del Tesoro è oggi Casa Casteddu. Ci spieghi che ruolo ricopre il tuo ristorante?
Quattro anni fa fu proprio l’attuale presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, a propormi di far diventare il locale un punto di riferimento per tutti i tifosi rossoblù residenti al nord Italia. Oggi questo luogo è conosciuto come Casa Casteddu ed è diventato un punto di ritrovo anche per la squadra quando gioca le trasferte vicino Milano

Dalle tue parole si evince un filo diretto con il presidente Giulini. Che idea ti sei fatto sulla attuale gestione del club?
La società sta lavorando molto bene sotto il profilo del marketing e della valorizzazione del brand. L’apertura di molteplici store a Cagliari e la presenza di Casa Casteddu a Milano permettono al marchio di crescere. Noi, per esempio, siamo autorizzati a vendere i prodotti ufficiali del Cagliari Calcio. Sono molto contento anche per lo stadio. Avere un impianto di proprietà non è cosa da poco. Giulini è giovane, ha voglia di fare e conosce il territorio. Dovrebbe circondarsi di validi collaboratori che conoscono il calcio. E in tal senso mi stuzzica la figura di un uomo di campo come Marcello Carli

Presente e futuro prossimo. Come valuti la stagione del Cagliari?
Sono arrabbiato come tutti i tifosi. I giocatori devono impegnarsi di più. Se i ragazzi danno tutto in campo, il pubblico li ricompenserà con un applauso. Durante la stagione, però, siamo stati anche molto sfortunati. Prima l’infortunio di Cigarini, poi il caso doping con protagonista Joao Pedro. La retrocessione sarebbe una mazzata per società e tifosi. Per questo è il momento di compattarci. Per l’anno prossimo mi piacerebbe vedere sulla panchina del Cagliari un tecnico che abbia voglia di arrivare. L’esempio è Max Allegri che fu scoperto da Cellino. Nomi? Non mi dispiacerebbe Pippo Inzaghi o Leonardo Semplici. Abbiamo bisogno di un mister sanguigno

Hai vissuto i tempi della cavalcata in Coppa Uefa. Che cosa sogni per il Cagliari?
Il nostro obiettivo deve essere ritornare in Europa. Certo, oggi dobbiamo pensare solo a salvarci. Ma per il centenario non mi dispiacerebbe vedere la squadra giocare in Europa League. Ricordo ancora la trasferta di Mechelen (il 25 novembre 1993 il Cagliari disputò l’andata degli ottavi di finale di Coppa Uefa contro il Malines vincendo per 1-3 ndr). La piazza centrale era colma di sardi provenienti da tutta Europa. Sono convinto che questo splendido popolo seguirebbe la squadra dappertutto. Un’altra manifestazione che dobbiamo onorare maggiormente è la Coppa Italia

Ci racconti qualche annedoto legato alla tua attività?
Enzo Bearzot era un caro amico di mio padre. Ogni mattina si presentava al ristorante puntuale alle 6,30 per fare colazione e poi se ne andava intorno alle 8,30. Il mercoledì e la domenica si fermava anche a pranzo. Qualche mese fa sono venuti a trovarmi Fassone e Mirabelli. Il dg e il ds del Milan mi hanno fatto i complimenti per il locale. Persino Alex Del Piero è rimasto incantato dai nostri cimeli“.

Guarda qui anche la nostra FOTOGALLERY:

 

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