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Il doppio ex Matteoli: “A San Siro ci vorrà un Cagliari perfetto. E quella semifinale di Uefa contro l’Inter…”

Gianfranco Matteoli, doppio ex della sfida tra Cagliari e Inter, ha parlato del suo passato in Sardegna e a Milano, oltre che della gara di domani a San Siro.

ORIGINI E LAVORO. Sardo, sardissimo. Ha iniziato sui campi impolverati della Frassinetti di Oristano, per poi arrivare col Como in Serie A. Al Cagliari però ci arriva solo a fine carriera, dopo aver vinto lo scudetto con la maglia nerazzurra dell’Inter. Ecco perché, complice l’attuale ruolo di osservatore nella società meneghina, la risposta alla domanda Per chi tifi martedì sera?” non è così scontata: “Sono un tesserato dell’Inter, non credo di avere molte opzioni in questo momento. E poi la vittoria con l’Udinese mette il Cagliari in una situazione gestibile in maniera tranquilla. Posso guardare la partita più a cuor leggero”.
L’AVVENTURA ALL’INTER. Con l’Inter di Giovanni Trapattoni vinse il titolo nel 1989 (il cosiddetto “scudetto dei record”): “È stato un anno fantastico. I momenti che mi fanno ancora sorridere sono tantissimi, ma tutti ricordano il mio gol dopo nove secondi e mezzo contro il Cesena a San Siro. Avevo appena fatto una triangolazione con Matthaus poi ho calciato al volo di sinistro. Dico la verità, non miravo all’angolo alto. Certo che speravo che il pallone andasse nello specchio, ma non credete mai a quelli che quando calciano al volo da lontano dicono che la volevano mettere esattamente in quel punto. Solo pochi campioni riescono a mandarla all’incrocio quando calciano al volo”.
IL RITORNO IN SARDEGNA. In maglia rossoblù fu capitano e faro del centrocampo nelle ere Ranieri, Tabarez e Giorgi, con la semifinale di Uefa proprio contro l’Inter culmine di una splendida avventura: “Avevamo vinto l’andata per 3-2, ma siamo arrivati alla gara di ritorno nella maniera sbagliata. Avevamo giocato il sabato in anticipo contro la Reggiana e ci eravamo salvati in campionato con la tripletta di Dely Valdes, poi però partimmo subito per Milano e il ritiro fu troppo lungo. Pensavamo solo alla partita e alla fine non giocammo come avremmo voluto. Il fallo da rigore su Firicano? Probabilmente c’era, ma non ci condannò soltanto quello”.
OSSERVATORE. Doppio ex coi fiocchi quello intervistato da La Nuova Sardegna. Matteoli è stato giocatore e osservatore per entrambe le società (scout del Cagliari negli anni di Cellino). Ora, per i nerazzurri, gira l’Europa in cerca di talenti: Inghilterra, Olanda, Francia, Germania. Ma un salto a Cagliari, e soprattutto a Palmas Arborea dove dirige il centro Simba affiliato all’Inter (prima fu del sodalizio rossoblù), non se lo fa mai mancare. Ecco perché la sua è un’opinione importante in merito al momento del calcio italiano in confronto a quello degli altri paesi: “A me sembra che ci piangiamo troppo addosso. La differenza tecnica e di talento non esiste, c’è semmai un problema di mentalità che sta incidendo in maniera pesante. Quando seguo le squadre estere per lavoro, la differenza che maggiormente noto è quella dell’approccio alla partita. Da noi si passa la settimana in mezzo a polemiche di ogni tipo, all’estero i calciatori invece non hanno pressioni eccessive e quando si va allo stadio il clima che si respira è davvero di festa. È per questo che dico che il campionato italiano non è quello più forte, ma sicuramente è il più difficile”.
LA SFIDA DI DOMANI.Non credo ci sia un reparto chiave nella gara di San Siro. Stiamo parlando di due realtà calcistiche di peso completamente diverso e questo si rispecchia anche nel valore delle due rose. Quella dell’Inter è nettamente superiore, ma è sempre il campo a decretare il migliore. Per fare punti il Cagliari dev’essere perfetto in tutti i reparti, dev’essere armonico nel lavoro complessivo perché di fronte c’è un grande collettivo che ha voglia di riscatto dopo alcune partite dove ha raccolto poco”.
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