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Il sogno inizia a prendere forma. L’evento organizzato al Lazzaretto di Sant’Elia dalla società rossoblù è stato un passo fondamentale per quella che sarà la realizzazione della nuova casa del Cagliari. Un cammino che ancora prevede diverse tappe, a questo punto tutt’altro che insormontabili se paragonate alla miriade di ostacoli finora incontrati. Quella che verrà sarà la settima dimora rossoblù: tanti sono infatti gli stadi che hanno attraversato la storia della squadra simbolo di tutti i sardi.

La prima casa. Il Cagliari fu fondato il 30 maggio 1920: in quell’anno giocò la sua prima gara allo stallaggio Meloni, il primo stadio della sua storia: si trovava nel Viale Trieste, non lontano dai binari della ferrovia.

Il primo trasferimento. Nel 1923 il Cagliari si trasferì in Via Pola, storico campo dei rossoblù, diventato poi sede del mercato cittadino, dove attualmente ha trovato posto la mediateca. In Via Pola i rossoblù rimasero per circa trent’anni e conobbero la prima promozione in Serie B.

Lo stadio dello scudetto. Nel 1952 l’incontro con la storia: si trovò l’accordo per l’utilizzo dello stadio Amsicora, vero tempio di tutti i tifosi rossoblù grazie alla prima promozione in Serie A del 1964, ma soprattutto al primo e finora unico scudetto della sua storia, nel 1970.

Il Sant’Elia. Con l’ormai pressante esigenza di uno stadio che potesse ospitare i tantissimi sostenitori, in quello stesso anno venne inaugurato il Sant’Elia, impianto che inizialmente prevedeva circa 60 mila posti.

Is Arenas. Dopo tante vicissitudini, ecco lo stadio Is Arenas, l’impianto dai mille risvolti, anche extra calcistici, durato lo spazio della sola stagione di Serie A 2012/2013.

La Sardegna Arena. È l’attuale casa provvisoria del Cagliari, messa su a tempo di record nell’estate scorsa, che ha permesso il definitivo addio all’ormai vecchio e malandato Sant’Elia. Impianto non troppo fortunato dal punto di vista dei risultati: finora non è stato il fortino che si sperava alla vigilia.

Da ricordare, poi, anche le piccole parentesi al Manconi di Tempio e al Nereo Rocco di Trieste.

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