Come ormai in molte (troppe) gare, anche quella giocata allo stadio Bentegodi di Verona contro il Chievo ha mostrato un Cagliari senza alcun mordente in fase offensiva. Il modulo attuale ha avuto certamente dei meriti, riportando una certa sicurezza nel reparto arretrato.
La coperta, però, è cortissima: il Cagliari è infatti secondo in Serie A tra le squadre che tirano di meno, non soltanto in porta. È un dato constatabile a occhio nudo, quasi come se la squadra di Diego López rinunciasse a spostare il proprio baricentro più avanti.
La scelta dei singoli, poi, non aiuta: schierare Leonardo Pavoletti, attaccante statico, forte in area di rigore, senza un supporto adeguato, equivale a esporre il giocatore a probabili figuracce, o perlomeno a prestazioni non compatibili con le sue caratteristiche. Ha senso schierare un attaccante isolato là davanti che non riceve palloni giocabili? Perché invece non mettere in campo dei contropiedisti, abili e veloci a ribaltare l’azione, soprattutto in trasferta?
Per il tecnico uruguaiano è arrivato il momento di tentare qualche aggiustamento del modulo, anche in considerazione della lunga assenza di Luca Cigarini. Le alternative, complice un mercato di gennaio a tratti incomprensibile, non sono tante ma ci sono.