“Italia fuori dal mondiale? Mi viene da piangere“. E qui si nota subito l’italianità di Gianni Infantino (per metà svizzero), Presidente Fifa dal 2016. Non ha paura di nascondersi sul tema della Nazionale fuori dalla Coppa del Mondo. E in effetti farlo sarebbe ridicolo. Ma precisa: “Chi è in Russia si è meritato la qualificazione“.
Infantino, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato del momento del calcio italiano: “Il flop degli azzurri non è stato un caso, ma una conseguenza arrivata dopo una serie di segnali. Eravamo al top per organizzazione e strutture, ma gli altri ci hanno raggiunto e superato. E comunque più corretto e pulito di così era impossibile: l’Italia è rimasta fuori con un presidente italiano. Mi sarebbe piaciuto consegnare la coppa a Buffon. Se si dovesse ritirare lo andrei a prendere a piedi per portarlo in Fifa“.
Sulla Figc: “Commissariamento? Mi auguro che duri il meno possibile. Uno o due uomini non possono cambiare una situazione che ha bisogno di un presidente forte, condiviso dalle parti, e di una strategia a lungo termine”.
Sul mercato trasferimenti: “Il giro d’affari è troppo grande, così come le commissioni per gli agenti, mentre i fondi per la formazione dei giovani paradossalmente si riduce. Com’è possibile? Anche le finestre di mercato sono troppo lunghe. E troppi i giocatori che cambiano maglia a gennaio“.
Var: “Troppi due minuti per una decisione, ma meglio se serve a prendere la decisione giusta. È stata una rivoluzione. La vedremo al Mondiale in Russia? Decide l’Ifab a marzo”.
Novità in arrivo: “Dal 2026 avremo il Mondiale a 48 squadre, con i minigironi da tre squadre. Ma non saranno a rischio combine. Dal 2021 il nuovo format del Mondiale per Club“.