Piedi di piombo. Quelli che bisognerebbe usare nel descrivere la prestazione di Damir Ceter, sabato mattina impiegato con i giovani rossoblù della Primavera, contro la Ternana. Ma anche quelli che il colombiano, classe ’97, ha fatto vedere nella sua prima uscita in Sardegna. Macchinoso, pesante. Tanti controlli sbagliati e tante sponde non riuscite. Spesso spesato e fuori dal gioco. Di sicuro non è sembrato un giocatore di livello superiore a quelli in campo, anzi.
Tuttavia, dicevamo, bisognerebbe andarci cauti. Lui, Ceter, non ha colpe: dovrà crescere, e molto ancora. Ma è normale per un ragazzo di ventanni, specie considerando che non gioca da luglio per un problema al ginocchio. E che finora, nella sua breve carriere è sceso in campo solo – con tutto il rispetto – sui campi di calcio made in Colombia. E non si può non tener conto anche della naturale inesistenza di un’intesa con gli under 19 presenti in campo al suo fianco, visti i pochi allenamenti insieme.
Eppure qualche dubbio rimane. I mugugni ad Asseminello, sabato mattina, si sono fatti sentire. Il Cagliari Primavera non perdeva una partita proprio dall’ultimo match contro le Fere, un girone fa. Eppure la sconfitta è arrivata. E la prestazione, specie in fase offensiva, non è stata all’altezza. Ceter si è fatto vedere solo per qualche accelerazione palla al piede o per una buona protezione della palla in uno o due contrasti. Per il resto è apparso chiaro che il colombiano debba ancora pienamente adattarsi al calcio italiano.
Ed è solo per questo motivo che i dubbi rimangono: 3 milioni nel mercato invernale spesi per un giocatore tutto da fare (e solo dopo scoprire e valutare) sono davvero un investimento con più pro che contro? A gennaio, solitamente, si acquista per salvarsi.
Ma questa è un’altra storia. Ceter avrà altre occasioni per farsi vedere, sicuramente meglio di così.