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L’imprescindibilità di un giocatore non dipende solo dai gol, dagli assist, dai numeri. Nicolò Barella, dalla sua parte, ha “solo” due gol, comunque non pochissimi nell’economia di una squadra, come il Cagliari, che a segnare fa fatica. E in ogni caso, rimanendo sui numeri, il numero 22 rossoblù avrebbe comunque dalla sua tanti, tantissimi chilometri percorsi su e giù per il campo: 11,33 a partita finora in stagione. E con i km consumati anche i palloni recuperati: 90, tanti da entrare nella top 10 della Serie A.

Ma, dicevamo, un giocatore non può essere solo numeri. E Barella, per il Cagliari, è sempre più un giocatore che decide le partite senza esserne protagonista sul tabellino. Uno di quelli che lotta a centrocampo, che fa la differenza nei contrasti, nella lotta sulle seconde palle. Ma capace anche di spezzare le partite con improvvise accelerazioni verso la porta, palla al piede o tramite inserimenti senza palla.

Contro il Sassuolo, probabilmente, è stato il migliore in campo. Eppure non ha fatto un tiro in porta: o meglio, uno lo avrebbe anche fatto, con un colpo di genio da centrocampo. A testimonianza ancora una volta della qualità crescente anche in “intelligenza calcistica”.

Un valore aggiunto per i rossoblù in ogni partita. Qualità e quantità finora decisive per il Cagliari.

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