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Articolo del tifoso – Un’orchestra senza direttore

Senza Cigarini è necessario un cambio di modulo in mediana. Vi è mai capitato di pensare guardando un’orchestra suonare, quale importanza possa avere il direttore d’orchestra? 

In fondo hanno lo spartito davanti tutti i musicisti, e poi quel suo modo di agitare la bacchetta sembra più coreografico che altro.

Cigarini è l’unico direttore d’orchestra che il Cagliari ha in rosa. Lo era le prime giornate quando molti non vedevano l’importanza della sua visione di gioco, dei suoi tocchi di prima anche a discapito di qualche errore in impostazione dettato dall’indole di uscire il più presto possibile e nel modo migliore dalla propria trequarti campo per impostare la fase d’attacco. Lo è ancor più ora che si è preso la squadra sulle spalle aiutato dal 3-5-2 di López che gli permette di avere più spazi liberi e ampi accanto a davanti a se per dare aria alla manovra, iniziando anche a vedere la porta.

Nel primo frangente della stagione era criticato da molti per la lentezza di gambe, i molti che ignoravano il fatto che sia il giocatore più veloce di pensiero della rosa stessa e che il Cagliari Rastelliano copriva poco e male l’ampiezza orizzontale del campo, obbligando il regista ad andare sempre in verticale e metter palla in una selva di gambe con spazi ristretti. 

Cigarini è l’unico direttore d’orchestra in rosa per una negligenza societaria in fase di mercato estivo, reiterata nel mercato di gennaio. Chissà se anche la società ha pensato ciò che si pensa, errando, nel primo momento in cui si osserva un’orchestra. Valutando come secondaria l’importanza del regista, pensando di sopperire alle assenze di Cigarini con chi quelle caratteristiche non le ha, Barella, snaturando ruolo e giocatore (Sassuolo ne è stata l’ennesima riprova). Decidendo che, chi invece quelle caratteristiche le ha, ed era in rosa ad agosto, Colombatto, dovesse andare a giocare con continuità, legittimo pensiero se fosse stato sostituito da un giocatore con quelle doti, anche di una o due categorie inferiori, ma con caratteristiche da regista puro. 

A gennaio è arrivato Caligara, chi lo conosce dice sia più mezz’ala che regista, ma essendo giovane e non avendo avuto modo di vederlo all’opera meglio non etichettarlo tecnicamente, anche se appare difficile pensare che López possa lanciarlo nella mischia in un ruolo cardine.

Che fare ora che Cigarini resterà fermo ai box per la frattura rimediata al Granillo (scusate sono nostalgico)? 

Barella il centrocampista centrale lo sa fare, lo ha fatto in tutte le nazionali giovanili. Ad una condizione però: avere accanto un altro mediano in un centrocampo a due. Che fosse Locatelli o Mandragora il suo partner in mediana (entrambi registi badate bene), il ragazzo cagliaritano non si è mai trovato da solo davanti alla propria difesa. Come lo si vede quando spaesato è chiamato da López a ricoprire quel ruolo, costringendolo a rinunciare alle sue caratteristiche di corsa verticale ed inserimento.

Quel compito gli pesa ancor di più per caratteristiche di reparto: il Cagliari è orfano di mezz’ali tecniche, indispensabili per impostare quando il vertice basso dei tre centrocampisti più che regista è un recuperatore di palloni, che ha come secondo compito portare la palla nei piedi della mezz’ala tecnica che si occupa di creare gioco. 

Avere un compagno accanto divide i ruoli d’impostazione e contenimento a protezione della difesa e permette di avere una soluzione semplice con passaggio orizzontale. Le squadre di Gasperini sono maestre in ciò: infatti non contemplano il regista davanti alla difesa, ma si appoggiano su due mediani centrali con caratteristiche di corsa e interdizione e su un tridente largo o un trequartista e due punte davanti.

Con una sola mossa si potrebbe ovviare ai problemi creati dall’assenza di Cigarini adattando il centrocampo alle caratteristiche dei giocatori disponibili. Confermando i tre centrali di difesa e i due esterni a tutta fascia che stanno diventando marchio di fabbrica del Cagliari di López di questa stagione (alto rendimento difensivo) e che sono da sempre nel dna del gioco del tecnico atalantino. 

E se è vero che chi regista non è, difficilmente lo diventa, il teorema non è ribaltabile quindi permetterebbe di confermare il nuovo modulo a centrocampo qualora si vedesse un miglioramento di prestazioni, anche con Cigarini o Colombatto in campo ad affiancare Barella o chi per lui.

di S.M.

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