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Cagliari-Milan, tutta un’altra partita rispetto all’andata

Ricordate Milan-Cagliari del 27 agosto 2017? Dimenticatela. La seconda giornata del girone di ritorno vedrà sfidarsi due squadre profondamente diverse rispetto a quelle viste all’andata. Entrambe hanno cambiato allenatore nel corso della stagione e con loro è cambiato totalmente l’impianto di gioco. Il Cagliari ha abbandonato il 4-3-1-2 di Massimo Rastelli a favore di un più coprente 3-5-2 messo in pratica da Diego López. La novità maggiore tra i rossoblù sarà la presenza di Leonardo Pavoletti, non ancora un giocatore sardo quando si giocò l’andata e oggi punto fermo dell’attacco. I rossoneri dovranno poi fare i conti con Paolo Faragò, un giocatore completamente diverso rispetto al timido terzino entrato a dieci minuti dalla fine nella gara di agosto.

Il Milan invece sarà simile nello schieramento in campo. Gattuso è tornato al 4-3-3 che Montella utilizzò nella partita di andata, ma al contrario del suo predecessore mira più alla quantità che alla qualità. Niente più possesso palla sterile o fraseggi tra centrocampo e difesa, adesso il diavolo cerca ripartenze veloci accompagnate da un gioco molto più fisico. A dimostrazione di questo, come riportato da La Gazzetta dello Sport, c’è il miglioramento della classifica per chilometri percorsi passati dai 105,882 dell’era Montella ai 107,018 attuali. La squadra corre di più e palleggia meno, una novità importante che López dovrà studiare al meglio per provare il colpaccio.

C’è però qualcosa da tenere a mente di quel 27 agosto. I rossoneri furono messi in difficoltà dalla velocità di Sau e Farias, conquistando il bottino pieno solo grazie a un colpo di genio di Suso e a un pizzico di fortuna nella propria area. Questo significa che i meneghini, se aggrediti, possono andare facilmente in difficoltà soprattutto contro giocatori rapidi. Sarà quindi decisivo il ruolo del partner d’attacco di Pavoletti e la spinta che i due esterni saranno in grado di offrire per accompagnare le azioni offensive. Non ci sarà Joao Pedro, tra i migliori all’andata, ma uno tra Sau e Farias avrà la chance perfetta per riscattare una stagione sottotono.

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