Dalla parte del tecnico o del giocatore? I panni sporchi si lavano in casa. O forse no: nel calcio, si sa, prima o poi salta fuori tutto. Massimo Rastelli e Marco Borriello non si sono mai amati troppo: due personalità forti che durante la scorsa stagione, non di rado hanno avuto modo di scontrarsi. La situazione venutasi a creare alla vigilia dell’esordio in campionato contro i campioni d’Italia, però, è quanto mai surreale. Far scoppiare una bomba in questo momento è per la squadra quanto mai deleterio, ma tant’è.
Ad ascoltarle nuovamente, le parole del tecnico in conferenza stampa assumono ora un significato preciso («Metteremo davanti a tutti un solo uomo, il Cagliari..»). Quali poi siano i veri motivi dell’addio è ancora tutto da decifrare, ma di sicuro c’è un problema tra staff tecnico e giocatore, con la società fermamente dalla parte del primo.
E alla fine chi decide è sempre il presidente, affrontando situazioni che nel mondo del calcio si sono verificate tante volte. Uno dei casi più eclatanti fu quello che vide coinvolti nell’Inter Hector Cuper e Ronaldo: il brasiliano chiese all’allora presidente nerazzurro, Massimo Moratti, la testa del tecnico argentino. Ma il patron non volle rinunciare al suo allenatore e Ronaldo prese altre strade.
Non sempre, però, ad aver la meglio è stato l’allenatore. Basti pensare all’addio di Arrigo Sacchi al Milan, quando Marco Van Basten puntò i piedi. Silvio Berlusconi non ebbe alcun dubbio nel puntare deciso sull’attaccante olandese, anche se poi le versioni sulla diatriba sono tutt’ora contrastanti.