Un difensore molto promettente, su cui si era espresso favorevolmente nientemeno che una leggenda come Giacinto Facchetti. Oltre a Gigi Riva. Amedeo Baldizzone rappresenta un ricordo amaro nella lunga storia rossoblù, un protagonista distrutto dalla sfortuna in un Como-Cagliari del 1981. Il suo calvario – come quello di altri calciatori – viene ripercorso nel libro “Carriere spezzate“, di Francesco Ceniti e distribuito con La Gazzetta dello Sport.
Baldizzone è appena arrivato in Serie A: dopo averla assaggiata con l’Atalanta viene acquistato dal Cagliari. Carosi lo promuove titolare. Poi arriva l’incontro con il destino, è il 22 novembre 1981. Quel giorno la squadra fa il giro di ricognizione in campo e nota l’erba alta: ai giocatori viene consigliato di usare tacchetti chiodati. Ma una volta iniziata la gara, lo stopper del Cagliari si accorge che il terreno è duro. Tentando un anticipo, la gamba destra gli si pianta sull’erba comense e il giocatore cade con tutto il peso sul ginocchio. Portato fuori in barella, ritorna in Sardegna in aereo con la squadra. Ma appena posato il piede a terra, l’articolazione cede di schianto e Amedeo urla dal dolore. Non si riprenderà più, dopo oltretutto alcune disavventure chirurgiche. Deve ritirarsi a 24 anni, con una moglie e un bambino. Pensa seriamente al suicidio. Ma l’incontro con una donna lo salva e gli regala una nuova vita. Ora Amedeo Baldizzone vive a Barcellona, in Spagna, dove gestisce un ristorante-pizzeria.