Sono passati ben dieci anni da quando il Cagliari di Massimiliano Allegri andò a San Siro a mettere la museruola alla grande Inter del tecnico lusitano
Era l’11 gennaio del 2009 ed il Cagliari si reca presso La Scala del calcio per affrontare i nerazzurri. La formazione di Josè Mourinho metteva paura solo ad ascoltare lo speaker che annunciava nomi del calibro di Cruz, Figo, Cambiasso, Zanetti e sua Maestà Ibrahimović.
Massimiliano Allegri, dopo un inizio terribile, aveva preso opportune contromisure ed il suo Cagliari faceva divertire e sognare i suoi tifosi. Al centro della difesa la coppia Astori-Canini (43 anni in due) il compito di arginare i colossi nerazzurri.
La partita è combattutissima: l’Inter non riesce a superare il muro rossoblù che, dal canto loro, attendono con pazienza il momento buono per colpire che, puntualmente, arriva al minuto 65. Michele Fini controlla un pallone a centrocampo, vede e serve un delizioso pallone per Robert Acqufresca (giocatore di proprietà proprio dei nerazzurri).
L’attaccante elude la trappola del fuorigioco, controlla la palla e di destro fulmina il brasiliano Julio Cesar. La gioia dura solo dodici minuti quando Crespo si infila sulla sinistra, mette al centro un comodo pallone che Ibra deve solo accompagnare in rete.
Ci si aspetta il forcing nerazzurro, ma sono i rossoblù a sfiorare addirittura il colpaccio nel finale con le conclusioni di Davide Biondini e Andrea Cossu.
Nel post gara un giornalista pone la seguente domanda all’allenatore che un anno più tardi avrebbe portato l’Inter sul tetto d’Europa: “Robert Acquafresca non meriterebbe un’opportunità nell’Inter?”. Emblematica, quanto ironica, la risposta: “Non mi piacciono attaccanti che segnano contro mia squadra…”