Nel primo tempo dell’amichevole odierna il tecnico dei rossoblù Rolando Maran ha schierato la difesa a tre elementi, esperimento già visto nella gara contro il Milan
Ci aveva provato Massimo Rastelli con risultati pressoché disastrosi. Leggermente meglio (ma neanche più di tanto) lo scorso anno a Diego López.
Parliamo dello schieramento tattico con la difesa a tre elementi, sicuramente di non semplicissima applicazione considerato il massacrante lavoro a cui vengono chiamati gli esterni, nonché all’attenzione dei centrali nei confronti delle cosiddette diagonali di chiusura.
Eppure, nonostante i precedenti non proprio incoraggianti, Rolando Maran non ha messo in soffitta questo abito. Già nel secondo tempo della gara contro il Milan di Gennaro Gattuso, ha modificato il proprio schema di base arretrando Filip Bradarić per formare il trio assieme a Ragnar Klavan e Filippo Romagna.
Con Darijo Srna e Simone Padoin a fare da elastico sugli out, il tecnico di Trento ha arginato la spinta di Castillejo da una parte e Suso dall’altra, oltre ad assicurare la zona centrale presidiata da Higuain.
Sulla carta tale soluzione tattica è sembrata ideale, ma considerata la stanchezza fisica con la quale i vari Pavoletti e João Pedro hanno anzitempo dovuto fare i conti, la squadra ha dovuto sudare qualche camicia in più a causa delle scorribande degli esterni avversari.
La risposta dei tre in difesa è stata comunque molto positiva, tant’è vero che i rossoneri hanno rischiato di andare in goal solamente in una circostanza.
Anche questo pomeriggio in quel di Oristano, approfittando della sosta di campionato, occasione è stata colta per verificare le misure di questo abito da indossare solo in particolari occasioni, senza allontanarsi dalla prima pelle costituita dal 4-3-1-2.
Perché avere un secondo abito nel proprio armadio fa sempre comodo…
